Siamo ormai giunti al giro di boa per quanto riguarda questo 2014 e la Banca Mondiale fa il punto della situazione della crescita a livello globale riducendo le previsioni per l’anno corrente. Secondo le nuove stime fornite dall’istituto di Washington e contenute nel Global Economic Outlook, l’economia mondiale dovrebbe mostrare quest’anno una crescita del 2,8% rispetto al 3,2% indicato a gennaio.
Un’accelerazione è prevista nei due anni successivi: +3,4% e +3,5% rispettivamente nel 2015 e nel 2016.
L’economia mondiale ha quindi iniziato il 2014 in maniera zoppicante, frenata soprattutto dalla crisi Ucraina e dalle cattive condizioni meteo negli Stati Uniti d’America che hanno pesato su tutta la prima metà dell’anno.
“Sì, c’è stata una grossa revisione al ribasso per il 2014, ma che riflette in gran parte cose che sono già successe”, ha commentato il responsabile della stesura del Global Economic Prospects, Andrew Burns. Le stime si basano comunque sull’assunzione che la crisi ucraina non si spegnerà, ma neanche peggiorerà nel corso dell’anno. Un’escalation della crisi, d’altra parte, potrebbe scuotere ulteriormente la fiducia a livello internazionale causando un rallentamento degli investimenti capace di pesare sulle economie sviluppate fino a 1,4 punti percentuali di crescita.
Rimane invariata invece la stima per l’Eurozona che si attesta sempre al +1,1% e che quindi non viene al momento toccata dai problemi nell’est Europa.
Per quanto riguarda i mercati sviluppati – ha scritto la World Bank – questi sono indirizzati verso il terzo anno consecutivo di crescita al di sotto del 5%, visto che la debolezza registrata nei primi tre mesi del 2014 ha ritardato l’attesa ripresa dell’attività economica”.
La Banca Mondiale prevede quindi per gli USA un Pil in aumento del 2,1%, a fronte del 2,8% stimato a inizio anno.
Rivisitate, anche le previsioni per il 2014 riguardanti i mercati emergenti, dal 5,3% di gennaio al 4,8%, e la Russia, con un drastico taglio dal 2,2% di gennaio ad uno striminzito +0,5% attuale.
Mosca, secondo l’outlook pubblicato questa settimana, dovrebbe riprendere a crescere nel 2015 (+1,5%) e nel 2016 (+2,2%).
“Stiamo arrivando in un periodo dove la crescita sarà più difficile da raggiungere rispetto al passato dappertutto, anche nei mercati emergenti”, ha aggiunto Burns.
Ad esempio in Cina, secondo molti economisti, le politiche che contengono l’aumento del credito potrebbero rallentare l’espansione dell’economia e delle infrastrutture, aumentando al contempo i rischi nel settore immobiliare e se l’economia del Paese non cambierà marcia, rischierà di raggiungere livelli insostenibili di debito. Il rapporto della Banca mondiale ha quindi messo in guardia sul fatto che un cosiddetto “atterraggio brusco” in Cina potrebbe pesare sulla crescita dei Paesi dell’Asia orientale, danneggiando le esportazioni di commodity.
“La situazione finanziaria è migliorata. Fatta eccezione di Cina e Russia, i mercati azionari hanno fatto bene nelle economie emergenti, soprattutto l’India e l’Indonesia. Ma non siamo ancora totalmente fuori dai guai. Una graduale stretta della politica fiscale e riforme strutturali sono necessarie”, ha dichiarato Kaushik Basu, capo economista della Banca Mondiale, mentre per Jim Yong Kim, presidente dell’istituto, “i tassi di crescita nelle economie sviluppate sono ancora troppo modesti per la creazione di quei posti di lavoro necessari per migliorare le condizioni dei più poveri. I Paesi devono necessariamente muoversi più velocemente e investire maggiormente nelle riforme strutturali che sostengono la crescita economica ai livelli necessari per mettere fine all’estrema povertà della nostra generazione.”