IL SENATO CAMBIA PELLE

Si stanno svolgendo in questi giorni al Senato le operazioni di voto concernenti il disegno di legge costituzionale n.1429-B, di riforma della parte II della Costituzione.Il disegno di legge in questione è già stato approvato alla Camera e al Senato in prima lettura e, se nuovamente approvato in questi giorni al Senato, tornerà nuovamente alla Camera per la seconda votazione, conformemente a quanto sancito dalla Costituzione ai sensi dell’ art 138.

Diverse le innovazioni previste nel disegno di legge Boschi (così chiamato dal Ministro per le riforme costituzionali, firmatario del provvedimento) , tutte condensate nel titolo del ddl cost. :

” Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”.

Tra queste, è sicuramente il superamento del bicameralismo perfetto ed il conseguente mutamento di natura e ruolo del Senato a destare maggiore interesse, in quanto cambiamento non di facciata, ma vera e propria rivoluzione nel futuro iter di approvazione legislativa.

Come è noto, infatti, le modalità di formazione delle leggi sono stabilite dalla Costituzione agli art 70 e ss, e lo stesso articolo 70 recita che ” la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere” : ecco perché, nella dottrina costituzionale, si è soliti parlare di bicameralismo perfetto, proprio perché l’iter di formazione e approvazione delle leggi prevede, fino ad ora, un pari ruolo di Camera e Senato.

La scelta dei padri costituenti del 1948 rispondeva all’esigenza di assicurare una maggiore ponderazione ed anche un maggior tecnicismo nell’esercizio della funzione legislativa, svolgendo il Senato il ruolo di “Camera di riflessione” o di “raffreddamento”, secondo espressioni divenute ormai note nella migliore dottrina costituzionalista.

Le lungaggini, tuttavia, e gli elementi di eccessiva farraginosità insiti in un sistema che, per quanto invidiabile, inevitabilmente limita la celerità e l’efficienza del sistema legislativo

( ‘eccessivo ricorso alla pratica dei decreti legge governativi ne sono una prova evidente) , hanno spinto il Governo Renzi ad una riforma dell’attuale impianto costituzionale.

Quali saranno dunque le nuove funzioni del nuovo Senato?

Si tratta delle funzioni indicate nell’art 1 del disegno di legge di riforma, e precisamente :

• concorso alla funzione legislativa solo “nei casi e secondo le modalità stabiliti dalla Costituzione ” ( indicati nel nuovo art 70 Cost.)

• poteri di raccordo tra lo Stato e gli enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l’Unione Europea ;

• partecipazione alle decisioni di formazione e attuazione degli atti normativi europei e alle politiche europee ;

• valutazione delle politiche pubbliche e delle attività delle pubbliche amministrazioni.

A cambiare, inoltre, non sono soltanto le funzioni ma anche la composizione del nuovo Senato.

In base all’art 2, infatti, la nuova Camera delle Autonomie non sarà più formata da 315 senatori bensì da 100, di cui 95 rappresentanti delle istituzioni territoriali ( 74 consiglieri regionali e 21 sindaci) e 5 nominati dal Presidente della Repubblica. La durata del mandato di questi senatori coinciderà con quella dei componenti degli enti territoriali.

In base ad un emendamento frutto di un accordo interno tra la maggioranza, poi, lo stesso art 2 ha sancito le modalità di elezione di tali senatori, sancendo che essi saranno eletti non direttamente dai cittadini, bensì dai consigli regionali, i quali dovranno sceglierli “tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori”. La ripartizione dei seggi tra le Regioni sarà “in proporzione alla loro popolazione” e nessuna Regione potrà avere meno di due senatori.

Approvati, dunque, in Senato gli illustrati art 1 e 2 del disegno di legge, l’esame di quest’ultimo andrà avanti nei prossimi giorni e settimane con le votazioni sugli articoli seguenti, con l’obiettivo di cambiare, e migliorare, l’attuale assetto costituzionale.

OSPECA

SIMONE CIMA & MICHELE MACCARELLI

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