L’EQUILIBRIO DEL MERCATO DEL LAVORO: I CENTRI PER L’IMPIEGO

Il nostro paese quest’anno crescerà quasi dell’1% rispetto al 2014. Questa crescita è causata da due fattori principali: le politiche economiche della banca centrale europea e dall’altra parte dall’evento dell’Expo che ha un impatto del 0,4% sulla crescita del Pil. Il problema che rimane centrale è il tasso di disoccupazione che risulta ancora troppo alto sopra alla media europea.
 

Il governo Renzi ha emanato il decreto legge nel marzo 2014 denominato Job Acts, che attraverso una seria di riforme del mercato del lavoro cerca di contrastare questo problema. Una grossa inefficienza del mercato del lavoro italiano sono l’ineguatezza dei servizi per il lavoro dalla mancanza di unione tra i Centri del l’impiego e le politiche attive dello Stato. La mancanza di efficienza dei centri del l’impiego sia pubbliche che privati, istituiti dalla legge del 2001 Biagi, comporta un aumento del tasso sia
disoccupazione ma soprattutto di scoraggiati all’interno del sistema. I dati redatti dall’Isfol evidenziano la mancanza di efficienza e di funzionamento dei centri del l’impiego, basti pensare che 3 persone su 10, 4 giovani su 10 dai 15-29 anni, trovano lavoro solo tramito canali alternativi quali conoscenze o parenti. Per quanto riguarda i laureati, solamente 1 su 10 utilizza i centri per l’impiego per cercare lavoro. 
  I centri per l’impiego pubblici in Europa inseriscono nel mercato del lavoro in media 9,4% dei lavoratori disoccupati, in Italia non si va oltre il 3,1%: meno della metà di Francia e Gran Bretagna (6,7% e 7,8%), meno di un terzo della Germania (10,5%), un quarto e un quinto dei primatisti Svezia e Finlandia 13,2% e 15,4%.

  
Le risorse finanziarie per i Centri per l’impero sono solamente il 0,03% del Pil a confronto di una media europea del 0,25%. Inoltre tra il 2008 e il 2011 i principali paesi dell’area euro hanno reagito alla crisi finanziando ulteriormente i servizi pubblici per l’impiego, agendo sulla spesa e sugli addetti; l’Italia, al contrario in termini assoluti ha investito quasi 200 milioni di euro in meno rispetto al 2008. 

Il Job Acts per contrastare questo malfunzionamento dei centri e questa mancanza di incontro fra domanda ed offerta di impiego ha istituito una Rete Nazionale dei servizi per le politiche del lavoro, coordinata dalla nuova Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (in acronimo ANPAL), e formata dalle strutture regionali per le Politiche attive del Lavoro, dall’INPS, dall’INAIL, dalle Agenzie per il lavoro e dagli altri soggetti autorizzati all’attività di intermediazione, dagli enti di formazione, da Italia Lavoro, dall’ISFOL nonché dal sistema delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, dalle università e dagli altri istituti di scuola secondaria di secondo grado. 

OSPECA

FABIO MARINARO

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