Già da molto tempo si parla se in Italia sia necessario o meno un reddito minimo per i lavoratori, ma questa proposta, che è stata presentata nel Jobs Act è scritta nel DEF, sembra non essere stata accolta nel migliore dei modi.
Il viceministro per l’Economia Enrico Morando ha spiegato che ora che c’è un accordo tra sindacati e imprese sulla rappresentanza “si potrebbe fare finalmente una legge sul salario minimo”, che preveda per i datori di lavoro il carcere “per chi non li rispetta”.
Tutto ciò ha scatenato delle polemiche, infatti, il segretario del Uil, Luigi Angeletti, ribatte che a differenza degli altri Paesi “da noi non ci sono lavoratori che non siano coperti dal contratto nazionale. Quella del salario minimo, dunque, al di là delle buone intenzioni, sarebbe un’operazione con un solo risultato: la riduzione media dei salari italiani. Un obiettivo ingiusto ed economicamente dannoso perché produrrebbe un’ulteriore caduta della domanda interna”.
Alcuni economisti indicano che il salario non deve arrivare al 60% del salario mediano, in quanto altrimenti ci sarebbero sicuramente effetti negativi sull’occupazione. Infatti, tutti i Paesi che adottano questa politica attestano il loro salario minimo tra il 40 e il 50%.
Inoltre, se venisse introdotto ci sarebbero anche altri rischi, infatti, potrebbe deprimere al ribasso le retribuzioni della contrattazione singola, oppure portare l’occupazione nel sommerso.
La Germania ha appena introdotto il salario minimo, che è per lo più un omologazione dei salari, in quanto servirà a un totale di poco più di 5 milioni di lavoratori che risiedono maggiormente nell’est del Paese (e di questi, ne usufruiranno in maniera più consistente le donne, le quali sono la maggioranza dei lavoratori che non arriva a percepire 8,50€ all’ora).
STIMA SALARIO MINIMO
salario medio italiano, aggiornato al 2011, istat, 24.634€ /13=1895- 60%=1137 lordi- /2=569€ netti