Dal secondo dopo guerra fino agli anni ottanta il crescente coinvolgimento dello Stato nell’economia, ha portato ad un notevole incremento della spesa da destinare all’azione pubblica allocativa, redistributiva del reddito e di stabilizzazione ciclica; questo aumento è stato significativamente influenzato dalle politiche keynesiane. Negli anni ’80 la spesa pubblica ha registrato un aumento del 10,5 % di incidenza sul PIL rispetto a quanto si registrava negli anni ’60, aumento dovuto principalmente ai sistemi di welfare, i quali hanno contribuito ad incrementare e rafforzare il ruolo dello Stato nell’economia .
Lo Stato italiano è passato dallo spendere 104 Euro, del 1970 , ai ben 5541 Euro, del 2009 , nella Pubblica Amministrazione per fornire ad ogni cittadino gli adeguati servizi ( dati ISTAT, valori a prezzi correnti). Questo incremento, molto oneroso per lo Stato, sicuramente ha portato benefici al cittadino, ma ,allo stesso tempo, molti di questi soldi sono stati utilizzati per istituire enti pubblici quasi del tutto inutili, per grandi opere pubbliche incompiute o che, alla fine dei lavori, sono costate molto più di quanto stimato inizialmente o per creare nuova occupazione all’interno della Pubblica Amministrazione, che ha così creato un grande numero di esuberi. Tutte queste spese, forse evitabili, hanno portato al rapido aumento del debito pubblico che è arrivato a sfiorare il 120% del PIL soprattutto negli anni ’90 e che ha costretto i governi del nostro Paese di quel periodo ad importanti manovre nel tentativo di allinearsi alla media degli altri Paesi europei in vista della successiva creazione della UE.
OSPECA
LUCA MALAGIGI