In questi giorni sono d’attualità le analisi sull’operato della Federal Reserve americana. Questi discorsi s’incentrano più che altro sulle modalità, le tempistiche e gli effetti del quantitative easing intrapreso.
Per comprendere al meglio i motivi di alcune scelte, è bene tener presente la storia della FED e le sue caratteristiche principali.
Il Federal Reserve System o, più semplicemente Federal Reverse, è la terza forma di banca centrale sperimentata negli Stati Uniti. La prima iniziò ad operare dopo l’indipendenza dalla Gran Bretagna. Fin da subito si comprese che la giovane nazione americana necessitava di moneta comune ai singoli stati federali. La seconda invece si ebbe tra il 1816 e il 1836.
Fino alla creazione della FED ci fu un periodo di free banking solo parzialmente regolamentato a livello locale dalle diverse istituzioni monetarie. In seguito a causa della Guerra Civile e di altre eventi, molte banche fallirono tra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento.
I numerosi fallimenti delle banche e la crisi finanziaria del 1907 indussero le autorità americane a richiedere una ingente quantità di studi e analisi alla National Monetary Commission sul sistema monetario e finanziario statunitense con lo scopo di individuare il tipo di banca centrale adatto al proprio tessuto economico-sociale. La volontà era quella di riformare l’intero apparato bancario per tutelare l’interesse di tutti gli stati federali. Infatti la tendenza che si diffuse durante il free banking fu quella di favorire alcuni istituti, in particolare quelli della costa orientale.
Questo processo, travagliato per via delle differenti correnti di pensiero, portò alla decisione del Congresso degli Stati Uniti di fondare nel 1913 il Federal Reserve System.
Il nome ufficiale Federal Reserve System rispecchia la sua struttura. Infatti per favorire l’equità nei poteri, nel 1913 si optò per un particolare organigramma.
A capo di tutta l’organizzazione si trova il Board of Governors (BoG). E’ un organo formato da sette membri eletti dal Presidente degli Stati Uniti, non sollevabili dall’incarico, che ha la sede a Washington DC. Per le sue funzioni all’interno della FED, può essere visto come un consiglio direttivo.
Sempre di grande importanza è il Federal Open Market Committee (FOMC), composto da dodici membri: sette sono quelli del BoG, uno è il presidente della Federal Reserve Bank di New York e gli altri sono presi tra i presidenti delle banche centrali regionali. Il FOCM è responsabile della definizione delle operazioni di mercato aperto che consente alla FED d’influenzare i tassi d’interesse monetari e finanziari.
Infatti oltre alla sede centrale del BoG sono presenti dodici banche nelle città principali che condividono le responsabilità nel campo della vigilanza sugli intermediari finanziari e le loro attività. Una particolarità: le azioni di queste dodici banche possono essere detenute esclusivamente da banche statunitensi e non possono essere alienate. Altra particolarità di queste azioni sono i dividendi che fruttano pari al 6% come prescrive la legge. Gli utili rimanenti sono destinati al Dipartimento del Tesoro, fondato nel 1789, che gestisce il debito pubblico.
Nonostante sia un ente privato, la FED persegue finalità pubblicistiche che, per la maggior parte, sono rimaste le stesse dalla sua creazione.
Il compito principale consiste nello stabilire la politica monetaria nazionale potendo decidere la liquidità da lasciare in circolazione e nel porre condizioni creditizie tali da favorire la piena occupazione, la stabilità dei prezzi e moderati tassi d’interesse.
Inoltre controlla le istituzioni bancarie con lo scopo di preservare il sistema creditizio e finanziario nazionale e di proteggere i diritti dei risparmiatori. In particolare dopo la crisi della Lehman Brothers, sono stati intensificate le attività sotto questo punto di vista.
Da ciò ne deriva anche la supervisione dei mercati finanziari per evitare l’insorgere di bolle speculative.
Infine la FED fornisce servizi di tesoreria per il governo statunitense e diversi istituzioni ufficiali straniere.
L’importanza di questa istituzione va oltre le funzioni appena descritte. Gli investitori seguono con particolare interesse anche i documenti di sintesi riguardo la salute dell’economia nazionale elaborati periodicamente dal FOMC. Inutile sottolineare l’importanza di questi elaborati e delle dichiarazioni fatte per le potenziali ripercussioni.
In Europa abbiamo appena avuto un esempio eccellente di ciò. La BCE, per voce del suo presidente Mario Draghi, si è detta pronta ad agire, se costretta, nel mese di giugno. Da un cambio Euro/Dollaro di 1,3843 del 9 maggio al 1,3656 di oggi 15 maggio. Un abbassamento sensibile ed affatto scontato senza aver ricorso ad alcun intervento.