“E’ tragica la fotografia presentata dal 32enne Fabio Marinaro. A capo di Ospeca, un gruppo di giovani che si occupa di raccogliere i dati sulla realtà economica, ha illustrato ieri i dati sulla realtà economica locale. L’occasione è stata il convegno “L’impresa del domani: più sviluppo, più lavoro”, organizzato da FondAzione.
Le percentuali esposte non lasciano ben sperare. La proposta di Ospeca, però, è costruttiva e mira a smuovere le autorità per individuare i settori di sviluppo e permettere ai giovani di esprimere le loro potenzialità sul territorio.
“Manca un’analisi critica sulla situazione economica locale e nazionale – ha detto Marinaro -. E’ dai numeri che si parte per il rilancio. L’Italia non cresce dagli anni ’80 e i politici non fanno altro che parlare. Il paese è pieno di giovani che non vengono valorizzati. Studiano qui, ma poi si trasferiscono all’estero per cui creiamo professionisti che mettono a disposizione le loro capacità altrove”.
Una risorsa che invece per Marinaro non può e non deve essere dispersa. “Abbiamo creato l’osservatorio per raccogliere dati. Ne è emerso un quadro davvero drammatico. Rispetto al resto d’Europa, l’Italia è ferma, anche dietro a Spagna e Portogallo. Le famiglie non spendono, i prezzi crollano e aumenta la disoccupazione. Soprattutto quella giovanile. La situazione a Viterbo è la peggiore rispetto all’Italia e all’Europa”.
O Ospeca vuole essere propositivo. “La crescita economica dipende dalla cultura, un fattore che incide anche sul Pil. Entrambi sono direttamente proporzionali”. Per Marinaro bisogna agire in fretta. “I centri dell’impiego, che dovrebbero essere il fulcro dell’occupazione, in realtà sistemano il 2,2% di persone. In Italia si trova lavoro tramite amici, parenti e conoscenti. Nel resto d’Europa non è così. Sarà ora di fare una riforma per invertire questo meccanismo”.
Altro problema è la mancanza di una cultura del lavoro e della gestione. “Il turismo non è sfruttato come si dovrebbe. Servono talenti che abbiano il coraggio di fare proposte e investire sulle strutture abbandonate per rilanciarle e mettere in moto l’economia. La burocrazia è asfissiante e deve essere semplificata per evitare che tutto si blocchi. I giovani validi ce ne stanno ma non riescono a emergere”.
Ospeca vuole appunto metterli in risalto. “Stiamo distruggendo la città permettendo ai nostri ragazzi di lasciarla. Facciamo riforme nel breve periodo per investire e spendere. Se i soldi non circolano, non si cresce. I giovani devono essere felici di essere italiani e non preferire di andare all’estero. Continuando così, ci trasformeremo in un paese di vecchi. Non possiamo permetterlo”.
Ospeca pubblicherà dati ogni tre mesi per agevolare l’analisi. “Li presenteremo a chi ci amministra – conclude Marinaro – per far sì che si avvii una politica fiscale. Noi siamo al di fuori di certe logiche e vogliamo solo contribuire al rilancio della nostra città e del paese. Ognuno poi si assumerà le proprie responsabilità”.
A introdurre il convegno, ci ha pensato Francesco Oddo, presidente di FondAzione, “FondAzione – dice Oddo – riflette oggi, insieme a Ospeca, su economia e lavoro. Un tema che a livello locale è stato sempre preso poco in considerazione. Vogliamo invertire questo trend. L’obiettivo è formare ragazzi che diano una spinta e un contributo a risollevare la nostra cara Tuscia.”
Articolo Tusciaweb 14-06-2014
OSPECA
Se si ripercorre tutta la Storia dell’Umanità il benessere viene dagli investimenti pubblici: si pensi ai Faraoni, a Roma, alla Chiesa, al Rinascimento, e così via fino al New Deal di Roosvelt.
Uno Stato che ha un fisco equo e che abbia la sovranità monetaria è la base del benessere.
Prima Gunnar Myrdal e poi John Mainard Keynes trasformarono quelle realtà in Teoria Economica.
Pur essendo una Teoria che aggrava la crisi delle relazioni tra produzioni e ambiente essa permette di promuovere benessere economico e sociale nel breve termine.
E’ quindi la Teoria da applicare oggi rifacendo a ritroso i processi di privatizzazione e ripristinando i grandi enti economici nazionali in tutti i settori.
Poi però, partendo dal nuovo benessere keynesiano occorre fare i conti con la natura, la Terra, l’ambiente e la produzione di CO2: a questo punto occorre la decrescita equamente distribuita, con la logica dell’Austerità che fu di Enrico Berlinguer, ragionata, equa, solidale, senza privilegi e senza squilibri.
Con una straordinaria preparazione etica e culturale.