La disciplina delle gestioni patrimoniali è un argomento molto delicato, tanto che è regolato in primo luogo dal TUF, ed in maniera minore nei Regolamenti e Comunicazioni della Consob, nei Provvedimenti della Banca d’Italia e nei Decreti del Ministro del Tesoro. Per gestioni patrimoniali si intende sia la gestione su base individuale, sia la gestione collettiva di un portafoglio di investimento. In entrambi i casi l’investitore affida ad un impresa autorizzata una consistenza patrimoniale affinchè, attraverso una gestione professionale, il relativo valore venga incrementato nel tempo. La commissione dovuta al gestore viene calcolata in base alla consistenza del patrimonio e non in base all’andamento di gestione, in quanto le operazioni, possedendo una percentuale di rischio potrebbero anche rivelarsi infruttuose per l’investitore. Nella gestione collettiva del risparmio l’investitore affida il proprio patrimonio ad una SGR (società di gestione del risparmio) e non può intervenire in alcun modo nella gestione che è esclusivamente affidata alla SGR, la quale sceglie senza vincoli come investire, seguendo unicamente le caratteristiche relative al livello di rischio concordato inizialmente con l’investitore. L’investitore, nel caso in cui si trovasse in disaccordo con la gestione, può solamente chiedere la liquidazione della propria quota di investimento. Tra le varie tipologie di fondi d’investimento, di particolare interesse sono i fondi speculativi d’investimento. Questi si differenziano dai fondi comuni d’investimento per la personalità giuridica in quanto sui mercati internazionali assumono la struttura di fondi di investimento privati; per le limitazioni d’ingresso, poichè non sono aperti a tutti, ma solamente a investitori istituzionali, qualificati, o risparmiatori con disponibilità patrimoniali consistenti; per le limitazioni d’uscita dovute alle necessità di mantenere stabile il patrimonio impiegato ponendo cosi dei periodi di immobilizzo; infine, per le stretegie d’investimento. Gli hedge fund, infatti, sono caratterizzati da una maggiore libertà nella scelta delle strategie di investimento da adottare. Tra i fondi speculativi d’investimento più famosi, va ricordato sicuramente, soprattutto per il suo epilogo, il Long-Term Capital Management (LTCM), fondato nel 1994. Per questo fondo alcuni matematici misero a punto un modello economico moltiplicatore di guadagni e perdite che permise nei primi due anni di aumentarne la dotazione di quasi l”80%. Tuttavia, già nel 1998, a causa di alcuni andamenti ribassisti il fondo azzerò quasi del tutto la sua liquidità venendo in questo modo successivamente rilevato e svenduto dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America.
OSPECA
FABIO MORELLI