MERCATO HI-TECH

Nonostante gli sforzi davvero straordinari in attività di comunicazione e di marketing da parte di
tutti gli operatori, si registra purtroppo ancora un calo del fatturato, l’ennesimo dato negativo, che si
aggiunge a quelli, ancor più sensibili, degli ultimi anni. I consumi stentano a riprendere e per il
settore dei prodotti hi-tech tali risultati sono, ancora una volta, una doccia fredda dopo alcuni timidi
segnali di ripresa che avevano fatto sperare in una reale inversione di tendenza.
Da gennaio a giugno, l’intero comparto Technical Consumer Goods ha registrato in Italia un calo di
fatturato pari allo 0,2% rispetto ai dati 2013, passando dai 4.224.698.829 di euro ai 4.216.597.441
di euro.
Per quanto riguarda i dati relativi ai singoli comparti merceologici, il Consumer Electronics nel
primo semestre 2014 ha fatto registrare un -2,1%, il Fotografico continua il periodo di contrazione
con un -23,6%, l’Home Comfort ha segnato un -19%, l’IT si è fermato ad un -2%, il Telco continua
il trend in ascesa con un +10,4%, l’Entertainment è positivo con un +1,5%, il Major Domestic
Appliances (Grandi Elettrodomestici) registra un +1%, mentre il settore degli Small Domestic
Appliances (Piccoli Elettrodomestici) è stabile e il resto del comparto, con prodotti che non
rientrano in nessuna delle categorie citate, fa segnare un calo del 7,6%.
Considerando i dati relativi solo al mese di giugno, il settore Consumer Electronics ha registrato un
+13,2% del fatturato, rispetto allo stesso mese del 2013. Il risultato è dovuto principalmente ai
campionati mondiali di calcio Brasile 2014, evento che ha portato ad un sensibile incremento degli
acquisti di monitor e tv, soprattutto da parte del comparto Ho.re.ca. (Hotellerie, Restaurant,
Catering).
Il settore dell’Home Comfort, che comprende condizionatori, sistemi di trattamento dell’aria e di
riscaldamento, con una contrazione del 19%, sta subendo, almeno marginalmente, gli effetti della
particolare stagione estiva di quest’anno.
Anche la spinta positiva data dagli incentivi introdotti dal Piano Casa (Ecobonus in particolare),
sembra essersi ormai arrestata: il settore dei Grandi Elettrodomestici stenta infatti a riprendere
quota, registrando da gennaio a giugno 2014 un modesto +1% rispetto al primo semestre 2013.
Il comparto fotografico continua a subire un periodo di forte contrazione del mercato, che dipende
solo in parte dalla crisi economica: la causa va individuata infatti nella crescente qualità delle
ottiche e dei software montati sugli smartphone che, evidentemente, stanno portando i clienti a
scegliere device con buone prestazioni, a discapito dell’acquisto di fotocamere.
I dati del II trimestre 2014 mostrano un Mercato ICT in calo del 3,4% rispetto all’analogo trimestre
2013, segno che la crisi economico-finanziaria italiana e globale è ancora in atto. ll trend negativo
della spesa Ict è tuttavia in rallentamento, per effetto della ripresa degli investimenti in Desktop,
Notebook, Server e in apparati per reti mobili.
Nel Settore IT, che decresce complessivamente del 2,2%, il calo più accentuato della spesa riguarda
i servizi, in particolare quelli di Sviluppo, che decrescono anno su anno di oltre il 4%. Peggiora il
trend della spesa in prodotti software rispetto allo stesso trimestre del 2013 (-1,5% contro +0,3%),
mentre rallenta il decremento della spesa in prodotti hardware (-1,5% contro -4,9%).
Nel mercato Tlc, che cala complessivamente del 4%, la componente Mobile evidenzia un
rallentamento del decremento (-4,2% contro il -7,4% nello stesso trimestre del 2013), per effetto
della ripresa degli investimenti in apparati mobili, sia da parte delle telco sia degli utenti (dunque
anche smartphone), mentre la componente fissa non mostra segnali di ripresa della spesa (-3,8%).
Con oltre 1.825.000 unità consegnate, nel secondo trimestre del 2014, il mercato dei Client ha
registrato un incremento del 5,1% rispetto al secondo trimestre del 2013.
Fatta eccezione per i Tablet, in calo del 9,5% a causa della progressiva saturazione del mercato,
tutte le altre categorie di prodotti evidenziano una crescita sostenuta rispetto al corrispondente
trimestre dell’anno precedente. In particolare i segmenti Desktop e Notebook crescono entrambi di
oltre il 22% in volume.
Confrontando i risultati di vendita dei singoli vendor si osserva che HP conserva sostanzialmente la
sua quota di mercato sui Desktop, mentre la accresce sui Notebook; Lenovo e Acer, i suoi principali
competitor, riescono a migliorare la loro posizione di mercato sia sul segmento Desktop sia sul
segmento Notebook.
Da rilevare l’esplosione degli investimenti in sistemi ingegnerizzati, che rappresentano un trend
importante del mercato IT.
Il Mercato Storage registra nel secondo trimestre del 2014 un fatturato complessivo, ovvero come
somma delle componenti Hardware e Software, di circa 120 milioni di euro, con una lieve crescita
anno su anno (+1,7%).
Come si evince dai dati sopra riportati, il quadro del mercato ICT evidenzia un rallentamento del
trend negativo: per l’intero anno 2014 ci si attende infatti una contrazione della spesa complessiva
pari al -3,3%, in miglioramento se confrontata con il calo del -5,0% registrato nell’anno 2013.
Per il Mercato IT è atteso un calo del -2,4%, contro il -4,1% registrato alla fine del 2013, mentre per
le TLC la contrazione annuale dovrebbe essere pari a circa il -3,7%.
Entrando nel dettaglio dei dati IT, la componente Hardware è attesa in maggiore calo rispetto al
Software(-3,0% contro -1,5%), seppure in miglioramento rispetto al 2013, quando il calo ha
raggiunto il -5,7%.
Negli ultimi mesi importanti operazioni strategiche hanno chiaramente dimostrato che il mercato
dell’hi-tech e dei media è in forte fermento. Gli attori cercano nuovi equilibri contro l’avanzata
degli OTT.
Da IBM a Intel, passando per Fox, i pesi massimi dell’hi-tech e dei media si stanno mobilitando
alla ricerca di nuovi posizionamenti sul mercato e come in tutte le rivoluzioni che si ripettino, anche
per quelle che riguardano la tecnologia, ci sono attori in prima linea e quelli che restano in trincea.
Dalla rifocalizzazione guidata da Satya Nadella di Microsoft verso il cloud all’alleanza ‘contro
natura’ tra Apple e IBM, passando per i cambiamenti in casa Intel e per la nuova offensiva di Rupert
Murdoch su Time Warner (respinta), tutto il mercato è in forte fermento.
Obiettivo? I big americani dell’hi-tech e dei media intendono dimostrare ai cosiddetti Over-The-
Top, (come Google, Amazon o Netflix), che bisogna essere cauti nell’attaccare ‘imperi consolidati’.
Da anni il mercato sta assistendo alla spedita avanzata delle web company su mercati da sempre
dominio dei player dell’hi-tech e dei media.
Un attacco agevolato tra l’altro da un quadro regolamentare che crea forti asimmetrie tra gli attori a
tutto vantaggio degli OTT.
L’AGCOM definisce gli OTT “imprese prive di una propria infrastruttura e che in tal senso
agiscono al di sopra delle reti, (da cui over-the-top) che forniscono, attraverso le reti IP, servizi,
contenuti e applicazioni di tipo rich media, basati sulla forte presenza di contenuti audiovisivi e
traggono ricavo, in prevalenza, dalla vendita di contenuti e servizi agli utenti finali (ad esempio nel
caso di Apple e del suo iTunes) e di spazi pubblicitari, come nel caso di Google e Facebook.”
Vengono considerate OTT Google, Yahoo!, Youtibe, Skype. In America si stanno affermando
società come Netflix o Hulu che offrono servizi di streaming on line on demand, accessibile previo
abbonamento. Il vantaggio delle OTT è che non hanno a carico i costi relativi alla trasmissione
come invece hanno gli altri broadcaster. Si rivolgono inoltre ad un mercato globale con spese di
gestione ed organici ridottissimi. Gli utenti possono accedere ai contenuti tramite qualsiasi tipo di
device con una connessione a banda larga. In Italia il divario digitale e la presenza di forti
broadcaster nel mercato televisivo impediscono l’affermarsi di nuovi competitor in questo settore.
Le uniche OTT italiane che possono definirsi tali per il momento sono Chili Tv, Mediaset Infinity e
Sky Online.
Nelle vendite on-line i Paesi che hanno riportato la crescita maggiore sono la Slovacchia, l’India e il
Sud Africa, ma anche la Grecia si trova in crescita. Se invece si considerano le aree regionali sono
da citare in generale l’Europa dell’Est e i Paesi cosiddetti BRIC (Brasile-Russia-India-Cina).
Per quanto riguarda i marchi il leader di canale Hp mantiene la posizione di rilievo già guadagnata
in precedenza, mentre tra quelli in crescita ci sono Kingston Technology, Sony e Philips. Kingstone
Technology si è guadagnata un posto in classifica grazie al predominio nel settore delle memorie
compatibili.
Ci sono poi altri marchi che si distinguono, invece, per la rapidità con cui sono cresciuti, e sono Aeg
e Siemens, che stanno cercando di farsi strada nel mondo dell’e-commerce. Mentre è ancora più
performante la crescita di MusicSkins che offre accessori per cellulari, una categoria che già nel
2013 si era fatta notare e adesso stà portando i suoi frutti.
Nelle categorie merceologiche più richieste, una crescita notevole si è rilevata nelle Tv Led mentre
la categoria con la crescita più rapida è quella degli smartwatch di Sony e Samsung, ma anche
Apple è pronta alla presentazione dell’IWatch (prevista per il 9 settembre data di uscita anche del
nuovo IPhone 6).
Per ora i prodotti più popolari risultano essere gli orologi Android ed Ersmartwatch di Sony e il
Gear 2 Neo di Samsung.
Nel primo semestre 2014 la spesa media in prodotti high tech degli italiani (che passano circa un
terzo della giornata utilizzando questi dispositivi) è stata nettamente superiore a quella europea con
circa 559 euro contro i 360 euro registrati in Spagna, i 323 euro dei tedeschi, i 274 euro degli
inglesi e i 223 euro dei francesi.

OSPECA
MARIKA GUERRINI

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