TELECOM ITALIA

La Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda (Stipel) nasce nel 1925. Nello stesso
anno il governo Mussolini riorganizza il sistema telefonico dividendo il territorio italiano in 5
zone: Lombardia e Piemonte, gestite da Stipel; Italia centrale adriatica con centro
a Bologna da TIMO; Italia centrale tirrenica con centro a Firenze e Roma da Teti; Tre
Venezie da TELVE; Italia meridionale da SET. È nel 1964 che le cinque società si uniscono sotto il
nome di SIP – Società Italiana per l’Esercizio Telefonico.
Nello stesso anno STET (Società Finanziaria Telefonica S.p.A. dell’IRI) giunge a controllare
Telespazio, attiva nell’ambito delle comunicazioni spaziali, la società Radiostampa, responsabile dei
servizi telegrafici e radiotelegrafici e Italcable, impegnata nelle telecomunicazioni intercontinentali.
Superata la crisi economica degli anni ’70 che colpisce anche Sip, gli anni 80 vedono il Piano di
ristrutturazione della società, l’introduzione del nuovo marchio aziendale, una maggiore varietà di
servizi e prodotti, nonché innovazioni sul piano tecnologico, come i nuovi sistemi informativi. Nel
1985 con il progetto San Salvador comincia il processo di numerizzazione della rete telefonica su
tutto il territorio italiano. Inoltre dalla seconda metà degli ’80 Sip introduce le fibre ottiche. È invece
del 1993 l’avvento della Rete intelligente, che per la prima volta offre un’ampia gamma di servizi in
tutta Italia, tra cui ad esempio il “Numero verde”.
Nel 1985 la Stet vende delle azioni Sip sul mercato passando dall’82%al 54% ma continuando a
detenerne il controllo.
La nascita di Telecom Italia è strettamente legata al processo di liberalizzazione del settore
delle telecomunicazioni, avviato negli Stati Uniti all’inizio degli anni ’80 e sentito anche nel vecchio
continente. In particolare in Europa tale processo è fortemente connesso con la privatizzazione degli
operatori nazionali.
Telecom Italia nasce formalmente il 27 luglio 1994, con l’atto di fusione deliberato dalle Assemblee
del 19 maggio dello stesso anno di SIP con Iritel, Telespazio, Italcable e SIRM (società del
gruppo STE)T già operative nel settore delle telecomunicazioni. Ciò faceva seguito al “Piano di
riassetto del settore delle telecomunicazioni” presentato al Ministro del Tesoro dall’IRI in data 30
giugno 1993 nel quadro delle disposizioni contenute nella legge n. 58 del 29 gennaio 1992.
Nel 1995, con una scissione parziale dalla casa madre, nasce TIM (Telecom Italia mobile) il cui
capitale è controllato per il 63,01% da STET.
Per massimizzare l’incasso dalla prevista privatizzazione viene deciso nel 1997 di portare avanti il
piano cosiddetto SuperSip, ovvero la concentrazione di tutte le attività operative nella società da
mettere in vendita. La Finanziaria STET e Telecom Italia vengono fuse: la nuova società prenderà il
nome di Telecom Italia.
Contestualmente Seat (l’editore delle Pagine Gialle) viene scissa da Telecom Italia e nel 1996 viene
portata a termine la privatizzazione a favore di Ottobi, cordata formata da De Agostini (maggior
azionista), Telecom (20%), Comit e Investitori Associati.
Sotto la presidenza di Guido Rossi, il 20 ottobre 1997 viene attuata dal Governo Prodi
la privatizzazione della società: dalla vendita del 35,26% del capitale si ricavano circa 26.000
miliardi di lire. La privatizzazione, che comporta la quasi totale uscita del Ministero del
Tesoro dall’azionariato Telecom, viene realizzata con la modalità del cosiddetto nocciolo duro: si
vende cercando di creare un gruppo di azionisti che siano in grado di farsi carico della gestione
della società. A conclusione dell’OPV (Offerta pubblica di vendita), le azioni vengono collocate a
10.902 lire; il 27 ottobre 1997 Telecom Italia privatizzata viene scambiata sulla Borsa Italiana. A
causa della scarsa risposta degli investitori italiani il nocciolo duro non è in realtà tale: il gruppo con
capofila gli Agnelli riunisce solo il 6,62% delle azioni e si rivela molto fragile. Nel novembre 1998
Franco Bernabè viene scelto come Amministratore Delegato di Telecom Italia.
Analizzando i fatti dell’ultimo decennio si può vedere che nel gennaio 2005 Telecom lancia sulla
borsa un’offerta pubblica d’acquisto su TIM. La fusione Telecom-TIM viene finanziata con un
mutuo di una cordata di banche, nella misura maggiore da Banca Intesa. Il costo necessario per
rastrellare le azioni TIM dal mercato eleva l’indebitamento di Telecom da 29 a 44 miliardi di euro.
Telecom Italia è stata coinvolta, insieme al Sismi, nello scandalo delle intercettazioni abusive legato
a varie vicende del 2005-2006, tra cui il caso Abu Omar e lo spionaggio di Alessandra
Mussolini prima delle elezioni regionali nel Lazio del 2005. Tra i condannati del processo di primo
grado conclusosi il 13 febbraio 2013 vi sono 7 dei collaboratori di Giuliano Tavaroli (che ha
ottenuto un patteggiamento di meno di 5 anni) con pene fino a 7 anni e risarcimenti per oltre 22
milioni di euro. Inoltre ci sono state condanne per l’ex collaboratore del Sisde Marco Bernardini (7
anni e mezzo) e per l’ex investigatore privato Emanuele Cipriani (5 anni e mezzo). La prima Corte
d’Assise di Milano ha inoltre sancito che Telecom Italia, costituitasi parte civile, dovrà essere
risarcita di 10 milioni dagli imputati.
Il 2010 è stato caratterizzato dalla nascita della Posta Certificat@, (servizio gratuito del Ministero
per la Pubblica Amministrazione per la posta elettronica con valore legale fra cittadini e pubblica
amministrazione); della Line@Medica Diabete (il primo servizio per monitorare la glicemia in
mobilità tramite cellulare) e da un prototipo di Smart Emergency (che permette di inviare un
chiamata di emergenza, senza bisogno di un telefonino, attraverso un pulsante sui lampioni della
illuminazione stradale)
E’ invece nel 2011 che si prova a Roma il sistema “Wireless Patrol” per migliorare la sicurezza
delle strade della capitale ed aiutare la Polizia Municipale; nellos tesso anno nasce anche Telecom
Italia Green: una linea di Prodotti ecocompatibili pensati per ridurre l’impatto ambientale e i
consumi di energia
Il 2012 è per Telecom Italia l’anno delle collaborazioni: con l’Ospedale Molinette per un servizio di
monitoraggio medico a distanza attraverso il cellulare; con il Ministero dell’Ambiente per ridurre
l’emissione del gas serra carbone nel settore delle TLC ed ICT e con l’Università di Palermo per
avviare la sperimentazione di un progetto per seguire da remoto i pazienti malati di Parkinson
Anche l’anno successivo è stato pieno di innovazioni utili come l’accordo con la Provincia di Trento
e il Centro Ricerca Fiat su un progetto per migliorare la sicurezza sulle strade grazie all’uso di
veicoli connessi alla rete mobile 4G e ai servizi di localizzazione; il test di “mobile ticketing” (la
piattaforma per il pagamento con il cellulare, sugli autobus dell’Emilia Romagna e a Napoli) e la
sperimentazione del servizio Secure Digital Identity (attraverso una SIM è possibile accedere con
sicurezza ai servizi online della Pubblica Amministrazione e Sanità e usare la firma digitale sulla
documentazione).
Nella notte del 23 settembre 2013, Generali, Mediobanca ed Intesa Sanpaolo raggiungono un
accordo con Telefónica per la cessione a quest’ultima delle loro quote in Telco. L’operazione
permetterebbe al gestore spagnolo di portare dal 46% al 66% la sua partecipazione nella holding
che controlla il 22,4% di Telecom Italia, con un’opzione per un ulteriore incremento fino al 70% nel
breve periodo per poi arrivare al 100% a partire da gennaio 2014 in caso di approvazione da parte
delle autorità Antitrust.
Il 3 ottobre 2013 Franco Bernabè dà le dimissioni come presidente di Telecom Italia ricevendo una
liquidazione di 6,6 milioni; tutte le deleghe sono affidate temporaneamente all’AD Marco Patuano.
L’anno in corso è stato caratterizzato dal Protocollo d’intesa fra l’Associazione Nazionale dei
Comuni Italiani e Telecom Italia: Benevento, Lecce, Piacenza e Pordenone stanno sperimentano i
servizi innovativi delle smart city (fra cui soluzioni innovative per il monitoraggio energetico e il
rilevamento di fenomeni urbani) e l’avvio della prima sperimentazione in Italia dell’uso dei
cosiddetti “droni” come strumenti di monitoraggio per la sicurezza nelle città intelligenti grazie alla
collaborazione con il Politecnico di Torino
Il 16 aprile si è tenuta l’assemblea societaria che ha nominato Giuseppe Recchi Presidente del
nuovo Consiglio di Amministrazione; nel CdA del 18 aprile vengono conferite le deleghe e Marco
Patuano confermato Amministratore Delegato.
Prescisamente due mesi dopo Generali, Mediobanca ed Intesa Sanpaolo hanno annunciato
l’intenzione di uscire dal patto di controllo inerente l’holding Telco S.p.A.: in virtù di ciò, nei
mesi seguenti, Telefónica deterrà direttamente una partecipazione di circa il 15% in Telecom Italia
diventandone unico azionista di controllo anche se, di fatto, gli amministratori Recchi e Patuano
dichiarano che la società viene gestita come una public company.
Il 16 luglio Telefonica si avvia a ridurre sotto il 10% la propria partecipazione in Telecom Italia,
l’annuncio degli spagnoli, che con lo scioglimento di Telco avrebbero il 14,8% di Telecom, è in
pratica una mossa preventiva in quanto l’Antitrust brasiliano, dopo il rafforzamento di Telefonica
nella holding Telco che è primo socio di Telecom, aveva sottolineato che l’incremento della quota
era contraria agli impegni assunti con l’Authority e aveva chiesto agli spagnoli di
uscire da Telecom Italia o di vendere Tim Brasil per riequilibrare la propria presenza nel mercato
sudamericano. Dunque Telefonica va verso la riduzione del proprio peso in Telecom Italia (in
pratica tornando a una situazione simile a quella che aveva prima dell’autunno scorso) e in
proiezione conserverà una partecipazione intorno all’8% circa.
Cade quest’anno il 20° anniversario della nascita di Telecom Italia ed il 50° di quella di SIP, la
società telefonica che unifica tutte le precedenti e che nel 1994 si trasforma in Telecom Italia.
Ricorre anche l’anniversario di Teti (la Società telefonica Tirrena fondata 1924 e confluita in SIP) e
di CSELT (Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni nato nel 1964).
Le telecomunicazioni di questi 50 anni sono un simbolo del loro tempo: il telefono (l’unico) fisso
di casa, il duplex, il fax, la segreteria telefonica, i servizi supplementari, le cabine telefoniche
pubbliche, poi il cellulare ed internet.
Oggi siamo nell’era digitale: un mondo moderno, semplice e sicuro dove essere sempre informati
ed in contatto, per lavoro o per divertimento, scaricare video e contenuti digitali, fare shopping,
consultare la propria banca o i servizi della pubblica amministrazione. I simboli sono smartphone e
tablet, web tv e device over the top, cloud e reti ultrabroadband.
Telecom Italia continua ad offrire servizi di telecomunicazioni, internet, contenuti digitali, servizi
cloud e molto altro. Per il 2016 si è data l’obiettivo di garantire a più del 50% degli italiani la
copertura con la nuova rete ultrabroadband fissa e all’80% con quella mobile e, a settembre 2014, la
rete fissa di nuova generazione ha già raggiunto il 27% della popolazione e quella mobile il 74%.
L’azienda è presente da 11 anni nei principali indici di Sostenibilità, a conferma del suo impegno
anche in campo ambientale e sociale, mentre con Fondazione Telecom Italia propone una visione
della innovazione e della tecnologia come abilitatori di inclusione sociale, stimolando progetti nel
campo dell’educazione, istruzione e inclusione; per la tutela del patrimonio artistico-culturale
italiano e per la formazione scientifica.
Infatti segue da poco il riconoscimento di “best in class” nel settore delle telecomunicazioni per gli
Indici di Sostenibilità Dow Jones, un nuovo importante risultato: l’ingresso di Telecom Italia nel
Climate Disclosure Leadership Index Italia.
Il Gruppo è stato incluso per la prima volta in questo indice di cui fanno parte le 11 migliori società
italiane, con un punteggio, 93/100, che testimonia la qualità e la completezza delle risposte fornite
in merito alla misura e alla gestione della propria “impronta di carbonio”, alla strategia nei confronti
del cambiamento climatico, al processo di individuazione e gestione dei rischi ad esso associati e
delle opportunità di business che ne possono derivare.
Dal punto di vista economico sono da sottolineare i 30,4 milioni di linee TIM nel nostro Paese , i
74,8 milioni i clienti di TIM Brasil, il personale che ammonta a 65.872 unità (di cui 53.050 in
Italia), i 2.640 milioni di euro di investimento, i 15.972 milioni di euro di ricavi che danno 6.588
milioni di euro di EBITDA.
Il Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia riunitosi il 6 novembre sotto la presidenza di
Giuseppe Recchi ha esaminato e approvato il Resoconto intermedio di gestione al 30 settembre
2014.
In Italia, con circa 3 miliardi all’anno, Telecom è la prima società per investimenti e stà portando
avanti un piano di copertura ultrabroadband che ha già raggiunto 100 città con la fibra e oltre 2500
comuni con la telefonia mobile LTE. Telecom Italia prosegue sulla strada dell’innovazione
tecnologica e dei nuovi servizi puntando a mantenere la leadership tecnologica e le promesse fatte
sullo sviluppo delle infrastrutture nel nostro Paese.

OSPECA
MARIKA GUERRINI

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