IL PREMIO NOBEL: GEORGE ARTHUR AKERLOF

George Arthur Akerlof è un economista di fama mondiale (nato a New Haven il 17 giugno1940) ed è anche professore di economia all’Università di Berkeley ed alla London School of Economics.
Un importante argomento trattato da Akerlof durante la sua carriera è quello dei cosiddetti “salari efficienti” ovvero quei casi in cui i datori di lavoro sono disponibili a pagare un salario superiore al salario di equilibrio, in contrasto con le conclusioni dell’economia neoclassica.
La teoria dei salari efficienti viene trattata nell’Efficiency Wage Models of the Labor Market in cui Akerlof, insieme alla moglie Janet Yellen, delinea i fondamenti logici per le ipotesi di salari efficienti.
In economia del lavoro e in economia politica, la teoria si occupa di spiegare per quale motivo, in alcuni mercati, i salari sono più alti del livello che porta in parità domanda e offerta di lavoro (livello di market clearing).
Diversi sono i motivi che spingono le imprese a pagare salari più alti di quanto necessario per portare in equilibrio il mercato:
•effetto incentivo o modello dello shirking: lo scopo delle imprese, in questo caso, è quello di evitare comportamenti nocivi per i suoi interessi da parte dei lavoratori, chi ricorre ad un aumento dei salari lo fa per evitare che i lavoratori svolgano le proprie mansioni controvoglia e in modo poco produttivo (shirking);
•effetto rotazione o modello del quitting o del searching: le imprese possono voler evitare che i lavoratori già occupati lascino (quit) il proprio lavoro perché alla ricerca (searching) di salari più alti, costringendole ad affrontare costi indesiderati di formazione professionale e di ricerca di nuovi lavoratori;
•effetto selezione o della selezione avversa: le imprese, in questo caso, assumono lavoratori che percepiscono salari più alti perché li considerano più produttivi rispetto a coloro che accettano una riduzione salariale.
Probabilmente, però, il lavoro di Akerlof che più lo ha reso famoso è il suo articolo The Market for Lemons: Quality Uncertainty and the Market Mechanism (Il mercato dei limoni: incertezza sulla qualità e i meccanismi di mercato), pubblicato nel 1970 sulle pagine del Quarterly Journal of Economics, nel quale sottolineava i gravi problemi che possono inficiare il buon funzionamento del mercato a causa delle asimmetrie informative. È grazie a questo articolo che ha ottenuto il premio nobel nel 2001.
L’articolo di Akerlof descrive come l’interazione fra una qualità eterogenea dei prodotti offerti e un’asimmetria informativa tra gli attori coinvolti, conduca alla scomparsa di un mercato le cui garanzie non sono definite. Nel modello descritto, presupposto che la qualità dei prodotti non possa essere valutata dall’acquirente (a causa dell’asimmetria informativa), il venditore è incentivato a proporre beni di bassa qualità spacciandoli come di qualità elevata.
L’acquirente, d’altro canto, tiene in considerazione questo comportamento del venditore e stabilisce che l’effettiva qualità del bene proposto resti sconosciuta; sarà valutata solo la qualità media del bene. Ciò sta a significare che tutti quei prodotti il cui livello qualitativo è sopra la media saranno esclusi dal mercato e questo comportamento si ripeterà finché non si raggiunge un equilibrio del non scambio.
Gli attori di un dato mercato non seguono, infatti, tutti le stesse regole per valutare la qualità dei prodotti. I venditori godono di un netto vantaggio perché possono offrire prodotti di bassa qualità ai segmenti di clientela meno informati nonostante, nel complesso, il mercato riconosca livelli soddisfacenti di qualità ed abbia ragionevoli garanzie di certezza.
La conseguenza del meccanismo descritto nell’articolo è che i mercati, nelle situazioni in cui la qualità è un dato incerto, cessano definitivamente di esistere. Fra gli esempi rientra quello del mercato delle auto usate, la mancanza di mercati ufficiali di credito per i paesi in via di sviluppo e l’indisponibilità di assicurazioni sanitarie per gli anziani (in assenza di programmi governativi).
Akerlof esemplifica le conseguenze dell’asimmetria informativa con il caso del mercato delle auto usate. Il mercato offre sia auto usate in buono stato sia auto in cattive condizioni (dei “bidoni” o, nel gergo americano, “limoni”). La persona interessata all’acquisto non conosce nulla in anticipo, né se l’auto è buona, né se l’auto è un bidone; l’ipotesi migliore sulla quale si baserà l’acquirente è che l’auto sia di media qualità, per cui sarà disposto a pagarla il giusto prezzo per un’auto di media qualità.
Il proprietario di un’auto di qualità elevata, quindi, non riuscirà a venderla ad un prezzo così elevato da ritenere conveniente la vendita. Di conseguenza, i proprietari di auto in buono stato non cercheranno di piazzare i propri beni sul mercato delle auto usate. Il ritiro dei mezzi buoni riduce il livello qualitativo medio delle auto presenti nel mercato, determinando una revisione al ribasso delle aspettative sulla qualità delle auto da parte dei compratori; a loro volta, i proprietari di auto moderatamente buone decideranno di abbandonare il mercato, e via discorrendo andando a creare un circolo vizioso senza via d’uscita se non quella del collasso stesso del mercato.
A livello empirico la teoria può essere così semplificata: supponiamo di poter usare un numero q per indicare la qualità di un’auto usata, dove q è uniformemente distribuita nell’intervallo [0,1]. La qualità media di un’auto usata sul mercato è pertanto uguale a ½; teniamo presente che ci sono innumerevoli acquirenti in cerca di un’automobile che sono pronti a pagare il prezzo di (3/2)q per auto la cui qualità è q. Ci sono inoltre commercianti pronti a vendere auto di qualità q a prezzi q. Se la qualità potesse essere osservabile, il prezzo delle auto usate si troverebbe quindi tra un valore q e (3/2)q, le auto sarebbero vendute e tutti risulterebbero più soddisfatti ma quando la qualità di un’automobile non è osservabile dagli acquirenti, allora ad essi sembrerà ragionevole stimare la qualità di un’auto offerta definendo una qualità media di tutte le automobili. Sulla base di questa valutazione, la disponibilità a pagare per qualunque auto ricevuta sarà uguale a (3/2)(q_avg), dove q_avg sta per la qualità media di automobile. Supponiamo ora che il prezzo di equilibrio del mercato sia un certo prezzo p dove p>0. A questo prezzo tutti i proprietari di auto con qualità inferiore a p vorranno vendere la loro auto; poiché la qualità è distribuita uniformemente tra 0 e p, la qualità media delle auto in vendita al prezzo p sarà solamente p/2. Ora, sappiamo che per un’auto di qualità p/2, gli acquirenti saranno disposti a pagare solo (3/2)(p/2) = (3/4)p perciò al prezzo p nessuna automobile potrà essere venduta (perché (3/4)p < p). Poiché p è un prezzo arbitrario, è dimostrato che non sarà venduta nessuna auto a qualsiasi prezzo non negativo e di conseguenza il mercato delle auto usate collassa nel caso di asimmetria informativa.
Importante è inoltre sottolineare che Akerlof indica anche dei correttivi possibili per ripristinare il buon funzionamento del mercato (o meglio per contrastare gli effetti dell'incertezza nella qualità) che sono : le garanzie, il buon nome del marchio, le catene (catene di hotel o ristoranti per esempio), le licenze e/o le abilitazioni (medici, avvocati, ingegneri, ecc.).
È ironico pensare che non esista il pericolo reciproco di un mercato che collassi in questo modo quando l'asimmetria è in favore del compratore, vale a dire quando il cliente è in grado di valutare in modo più accurato la qualità dei prodotti rispetto al venditore. In questo caso prevalgono le normali forze della domanda e dell'offerta, i venditori saranno pagati al prezzo più alto mentre il mercato tenderà ad eliminare quei prodotti il cui prezzo è superiore alla qualità effettiva. Ciò è quanto sta alla base della massima: "un consumatore informato è un consumatore migliore". Un esempio di quanto illustrato può essere la percezione soggettiva della qualità dell'alta cucina e dei vini (al di là dei problemi di salubrità dei cibi e della loro freschezza). Il singolo consumatore sa bene cosa preferisce mangiare e la qualità, nei locali di classe, è quasi sempre valutata da assaggi concessi prima del consumo e del pagamento.

OSPECA
MARIKA GUERRINI

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