ALIBABA

La Alibaba Group è una holding cinese fondata da Jack Ma nel 1999 con sede a Hangzhou ed è composta da diverse compagnie attive nel campo del commercio elettronico quali: mercato on-line, piattaforme di pagamento e compravendita, motori di ricerca per lo shopping e servizi per il cloud computing.
Inizialmente nata solo come Alibaba.com, un servizio commerciale con lo scopo di connettere produttori cinesi con acquirenti e distributori stranieri, oggi la Alibaba Group è diventata una holding a cui fanno riferimento oltre allo stesso sito Alibaba.com: Taobao, piattaforma di acquisti on-line; Tmall, piattaforma di scambio tra produttori e consumatori e Alipay, piattaforma di pagamento on-line.
Solo nel primo anno di vita la compagnia raccolse, da diverse istituzioni di credito come ad esempio la Softbank, la Goldman Sachs e la Fidelity Investments, un totale di 25 milioni di dollari e raggiunse redditività del dicembre del 2001. Nel maggio del 2003 fu fondata la piattaforma di vendita online Taobao, e nel dicembre del 2004 la Alipay; nell’ottobre del 2005 la Alibaba Group prese controllo della Yahoo! China, un primo passo per una cooperazione con la Yahoo!.
Nel 2008 fu fondato l’Istituto di Ricerca della Alibaba ed esattamente dopo un anno, al decimo anniversario della Alibaba Group, venne creata la Alibaba Cloud Computing, che nel luglio del 2011 lanciò il proprio sistema operativo di telefonia mobile, la Aliyun OS per la K-Touch Cloud Smartphone.
Dal 2010, la Alibaba Group ha cominciato un piano per destinare lo 0,3% del proprio fatturato alla protezione ambientale e l’anno successivo è stata inserita nella lista delle 2.000 compagnie più importanti del mondo dalla Forbes.
Il 23 marzo del 2013 al gruppo è stata anche dedicata la copertina del “The Economist” che la intitolò “The Alibaba Phenomenon”.
Ma diamo uno sguardo più da vicino alle compagnie che compongono il colosso cinese.
La ALIBABA.COM LIMITED è la piattaforma di commercio tra aziende più grande al mondo ed ha la funzione principale di connettere produttori con distributori e acquirenti a livello internazionale; nel novembre del 2007 è arrivata sul listino della Borsa di Hong Kong.
Il sito inglese (www.alibaba.com) è diretto verso il mercato internazionale e gestisce transazioni tra importatori ed esportatori di più di 240 paesi e regioni; il mercato cinese invece è gestito attraverso il sito http://www.1688.com, una piattaforma di commercio domestico in lingua cinese. Inoltre la compagnia fornisce una piattaforma di compra vendita per piccole imprese, AliExpress, che permette a tali compagnie di acquistare piccole quantità di merci allo stesso prezzo dell’ingrosso, permettendo dunque anche alle più piccole imprese di rimanere competitive. La Alibaba dichiara che tale mercato online abbia 79 milioni di utenti registrati.
La selezione effettuata dalla Alibaba, per quanto riguarda i fornitori, segue un iter particolare culminante con l’assegnazione del titolo di “Gold Supplier” che dovrebbe garantire l’affidabilità a tutti i consumatori.
Secondo la compagnia, un fornitore deve completare un processo di autenticazione tramite un’agenzia di certificazione scelta dalla Alibaba.com. Nel febbraio del 2011 scoppiò uno scandalo in cui la Alibaba ammise di aver consegnato tale titolo di garanzia a 2.236 fornitori che successivamente finirono per truffare la propria clientela. Il listino della compagnia crollò del 15% nella borsa di Hong Kong una volta che la notizia divenne pubblica. Il direttore generale della Alibaba.com, Yan Limin, fu licenziato per cattiva condotta, mentre le investigazioni interne della Alibaba rivelarono ulteriori 28 membri coinvolti nell’assegnazione illecita dei titoli di garanzia e il licenziamento di ulteriori cento venditori. Da un lato la compagnia ha dato segno di integrità investigando e prendendo provvedimenti necessari tuttavia, dall’altro, le voci più scettiche fanno notare il fatto che l’attività della Alibaba si basa sulla fiducia degli acquirenti nei fornitori e che quindi non poteva che rispondere in modo decisivo per evitare un danno fatale all’immagine della propria attività. Alla fine lo scandalo è costato alla compagnia “soltanto” 2 milioni di dollari.
La TAOBAO è la piattaforma di acquisti online più grande della Cina e, secondo il sito ufficiale, la piattaforma nel 2012 ha raggiunto i 500 milioni di utenti registrati. Il sito è fra i 20 più visitati al mondo con un numero complessivo di un miliardo di prodotti e con il 60% della distribuzione di pacchi della Cina.
Il numero di negozi e distributori che utilizzano il servizio di Taobao è tuttora in rapida crescita.
Secondo il direttore della Taobao, Zhang Yu, il numero di negozi con vendite annue sotto i 100.000
RMB è incrementato del 60% dal 2011 al 2013. Durante lo stesso periodo il numero di negozi con vendite tra 100.000 RMB e 1 milione di RMB è salito del 30%, mentre il numero di quelli al di sopra di un milione è salito del 33%.
Nell’aprile del 2008 la Taobao creò la Taobao Mall (TMALL.COM), una piattaforma di scambio commerciale attualmente attiva per i consumatori della Repubblica Popolare Cinese, Taiwan, Hong
Kong e Macao ma con accesso a produttori internazionali. L’11 giugno di quest’anno, Alibaba
Group e il Governo italiano hanno firmato un accordo per facilitare l’apertura di canali commerciali T-Mall da parte delle imprese italiane.
Nel 2011 la Taobao fu organizzata in tre diverse compagnie, la Taobao Marketplace, la Taobao Mall
(Tmall) e la eTao, motore di ricerca per compravendite online.
La ALIPAY, fondata dieci anni fà, è una piattaforma di pagamento online che, secondo l’analisi della
Tech in Asia, arriva ad avere un totale di 700 milioni di utenti registrati ma, tuttavia, non vi è specificazione su quanti di questi utenti siano attivi e sembra poco credibile il fatto che Alipay possa superare i 117 milioni di utenti attivi di PayPal. Alipay ha accordi di associazione con più di 65 istituzioni finanziarie incluse Visa e MasterCard, oltre tutti gli istituti di credito della Cina, per fornire servizi di pagamento per Taobao e Tmall.
Una particolarità positiva di Alipay è il cosiddetto servizio di acconto di garanzia, con il quale il consumatore può verificare i beni acquistati prima di consentire il pagamento al venditore. Questo servizio rappresenta un fattore significativo per il mercato cinese, dove le leggi per la tutela del consumatore non sono ancora mature e dunque vi è una ridotta fiducia nei confronti del commercio online dove si è più facilmente esposti a truffe.
Alipay e Global Blue hanno avviato una collaborazione che permette ai turisti cinesi di ottenere direttamente sui loro conti correnti Alipay il rimborso dell’Iva per gli acquisti tax free.
Secondo Credit Suisse il valore totale delle transazioni operate da Alipay in Cina nel 2013 è stato di
4 bilioni di renminbi (circa 500 miliardi di euro).
Nel 2014 il gruppo ha debuttato alla borsa di Wall Street (con il ticker BABA) raggiungendo il più grande collocamento in borsa della storia. La vendita delle sue azioni ha infatti fruttato circa 25 miliardi di dollari e ha così superato il valore di Amazon e Facebook. La Alibaba Group è oggi considerata una delle maggiori compagnie di commercio on-line.
Alibaba è sbarcata al Nyse venerdì 19 settembre a 68 dollari per azione (dai 60-66 stimati inizialmente) ma al momento dell’apertura di Wall Street è volata fino a 92 dollari per chiudere la prima seduta a 93,38 dollari con un rialzo di oltre il 38%. Oggi vale in Borsa circa 230 miliardi di dollari, molto più di Amazon che ne vale 150 circa.
Alibaba, che con la sua attività di e-commerce copre l’80% del mercato cinese, nel 2013 ha venduto beni per 248 miliardi di dollari, più di eBay e Amazon messi insieme ed ha chiuso con un fatturato di 7,95 miliardi di dollari e un utile netto di 3,56 miliardi dollari pari a circa il 45% dei ricavi ma, nonostante il boom, non sono pochi gli analisti a nutrire dubbi sul futuro di Alibaba principalmente per la strategia di espansione (il fondatore Jack Ma ha parlato di globalizzazione), ma anche per la trasparenza sui risultati di bilancio e per la struttura di governance.

OSPECA
MARIKA GUERRINI

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