Lo scandalo scoppia il 18 settembre 2015 quando l’EPA (United States Environmental Protection Agency) rilascia una notifica di violazione del “Clean Air Act” al gruppo Volskwagen. La motivazione alla base della notifica risiederebbe nel fatto che i modelli diesel quattro cilindri Volskwagen e Audi in circolazione dal 2009 includano un software in grado di aggirare le norme EPA sulle emissioni per alcuni inquinanti atmosferici. A seguito delle polemiche e delle ammissioni di Volskwagen, l’ormai ex amministratore delegato Martin Winterkorn rassegna le sue dimissioni e il consigno di amministrazione nomina il nuovo Ceo, Matthias Mueller.Successivamente, Volskwagen invia una lettera a tutti i concessionari italiani del gruppo intimando di sospendere la vendita, l’immatricolazione e la consegna dei veicoli equipaggiati con motori diesel Euro 5 tipo EA 189. Un portavoce del ministro dei Trasporti tedesco ha reso pubblico che sarebbero necessarie modifiche meccaniche per correggere i livelli di emissioni per 3,6 milioni di macchine in Europa, dai dati di Volskwagen risultano coinvolte quasi 650 mila macchine in Italia su 11 milioni nel mondo.
Totale (648.458)
Volkswagen 361.432
Audi 197.421
SEAT 35.348
ŠKODA 38.966
Volkswagen Veicoli Commerciali 15.291
Come evidenzia il Financial Times, in un report del Centro comune di ricerca della Commissione Europea del 2013 si richiama già l’attenzione a questi dispositivi in grado di falsare i risultati delle letture di scarico, inoltre questo tipo di tecnologia è illegale nell’UE dal 2007.
Lo scandalo potrebbe avere delle rilevanti conseguenze sul settore dell’auto e sulla crescita dell’economia europea, a dirlo è Giuseppe Berta, docente alla Bocconi ed esperto dell’industria dell’automobile, all’Huffington Post. Secondo Berta, il pericolo per l’economia italiana risiederebbe nell’intreccio commerciale esistente tra imprese italiane e tedesche, soprattutto per ciò che concerne le imprese italiane, anche piccole, fornitrici delle grandi case tedesche.
Nonostante il piano di taglio dei costi annunciato da Volskwagen per difendere il rating, Standard & Poor’s taglia il giudizio sulla casa teutonica da A ad A-. L’agenzia di rating non esclude la possibilità di ulteriori downgrade, imputando alla Volskwagen “importanti deficienze nel management, nella governance e nella cornice generale della gestione dei rischi”.
Nel seguente grafico si può notare l’effetto dello scandalo sul valore del titolo tedesco.
FRANCESCA PATARA